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sabato 18 maggio 2013

DARIO BENSI ANCORA UNA VOLTA SULLE PAGINE DEL "NUOVO GIORNALE DI OSTIA": 18 MAGGIO 2013

Di Maria Elena Consoli

DARIO BENSI TORNA IN CAMPO.
A MODO SUO: "OGGI? CI VORREBBE UN ALTRO '68"
 
Il direttore del Cfp Pasolini presenta la sua lista "La Voce del X" con cui si candida a guidare questo territorio: classe 51 già assessore alle spiagge e presidente delle commissioni ai servizi sociali e all'ambiente

"Devo fare presto perché ho un paio di riunoni con in comitati e sicuramente qualche "vaffa" volerà". Il vecchio leone è tornato, o meglio non se ne era mai andato. E dalla sua roccaforte di Ostia Ponente torna in politica con una lista tutta sua, "La Voce del X", per tuonare contro le ingiustizie di un sistema con il quale "ci vorrebbe un nuovo '68". Lo dice sornione ma serio, lui che il '68 l'ha fatto in prima fila: l'energia è sempre quella, l'occhio non mente. Siamo lontani anni luce dalla politica paludata, se c'è da sporcarsi le mani non ci si tira indietro. E guai a parlargli di Beppe Grillo e "truppe cammellate" via web.
 
Comitati di quartiere, associazioni: state facendo una campagna per strada, verrebbe da dire low cost.
Sì, stiamo facendo una campagna low cost nel senso che ci siamo autotassati con 300 euro per uno e metteremo online tutte le spese. E le stiamo portando avanti insieme, non ognun per conto suo ma facendo iniziative insieme. Il risultato è che siamo un gruppo affiatato e anche io sto riscoprendo il gusto di fare politica. Insomma questo è lo spirito: come vada vada, ci stiamo divertendo.
 
Perché non vi siete apparentati con latri partiti? Penso al Pd, in particolare.
In molti mi fanno questa domanda ma non capiscono lo spirito con cui si è formato questo gruppo. Il vecchio sistema partitico è sparito, soprattutto il Pd ce è diventato più democristiano della vecchi Dc (e ride, ndr). Noi vogliamo far capire che o si cambia o la politica non va avanti. Il nostro messaggio è di tornare a una politica pulita fatta di gente che riscopre il gusto di farla, e io che sono vecchio (e sorride sornione, ndr) faccio un po' da tutor.
 
Suona un po' Beppe Grillo. Ma c'è da scommettere che Dario Bensi propone qualcos'altro.
Come no, altroché. Qui non c'è nessuno che decide per altri, non esiste nessun capo che decide cosa bisogna fare, analizziamo i problemi come gruppo e non con decisioni calate dal cielo come di fatto succede con Grillo. A differenza sua non poniamo solo il problema ma diamo anche le soluzioni. E' impensabile che a decidere sia uno solo.
 
I punti del vostro programma?
Oltre ai soliti punti sulla legalità mettiamo in evidenza punti importantissimi su cui diamo risposte immediate. Partiamo dal lavoro: questo è un territorio che ha tante opportunità. Prendiamo l'ambiente: bisogna tutelare il verde ma anche permettere alla gente di fruire di questi spazi con la presenza di guide e operatori che possono proporre ad esempio visite guidate e iniziative. Un'idea è di creare punti di raccolta per dare possibilità a piccole cooperative di giovani di prendersi cura della pineta dodici mesi l'anno, fare ricerca e creare occupazione. E per le imprese, stesso discorso: sappiamo che il pubblico è in crisi quindi, occorre coinvolgere le imprese sane del territorio nella realizzazione di servizi all'interno della comunità senza nulla chiedere all'amministrazione. Ad esempio, i balneari: quando ero delegato al litorale, feci in modo che si facessero carico della manutenzione dell'area verde a ridosso della loro struttura, non con una concessione ma con un accordo. A costo zero: così posso usare le risorse in surplus nell'entroterra. Fondamentali anche le opere di urbanizzazione: la nostra proposta è di mettere online la programmazione ordinaria dei lavori, informandone i cittadini. Si evitano così pressioni di qualsiasi genere. Abbiamo tante idee anche sugli appalti: bisogna dare garanzie di funzionamento su quello su cui si interviene mentre sull'abusivismo basterebbe intervenire sulle concessioni: al secondo abuso via, si toglie la concessione. E allora vedi come calano gli episodi di abusivismo di qualsiasi genere.
 
Lei è direttore del Centro di formazione Pasolini: che ruolo ha la scuola nella sua proposta politica?
Le scuole hanno bisogno di maggiore attenzione da parte delle istituzioni perché sono alla base di tutto: non abbiamo bisogno di esperti e tuttologi per eliminare il bullismo, ma facciamo in modo che tematiche come il femminicidio siano inserite nei programmi scolastici. Non serve sapere solo com'era composto un governo nel 1918 ma anche la parità di diritti, il rispetto di genere. E' anche importante aprire le scuole e i loro spazi, metterli a disposizione delle associazioni e dei cittadini, senza alcun colore politico. La mattina per la didattica e il pomeriggio per fare cultura, musica teatro, etc. E il municipio può spingere i presidi a farlo.
 
Il Pasolini è un esempio in tal senso. Di giovani e riscatto sociale ne sa qualcosa.
Gli spazi del Pasolini sono a disposizione dei disabili, dei malati di Alzhaimer, dei ragazzi dell'associazione Home Test che fanno preparazione ai corsi universitari: abbiamo più di 16 associazioni che ruotano intorno al Pasolini, per non parlare della ludoteca, della scherma, di The Spot: lo sport svolge un forte ruolo sociale e di riscatto.  
 
 
 
 

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